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la Progettazione
Spirito Santo fammi luce
Spirito Santo fammi strada
Spirito Santo dammi forza
Spirito Santo dammi salute
Benedetto colui che viene nel nome del signore IHVXM
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Considerazioni professionali
A mio modesto avviso, assume connotati sempre più paradossali la necessità di riscuotere tasse, che ormai si estende anche sui ruderi dei fabbricati e a quelli ancora in corso di costruzione, costruendosi castelli normativi ed interpretativi sempre più escatologici ed ermetici, contravvenendo in modo assurdo al concetto di semplicità, di diritto e al buon senso.
Penso, che invece di rincorrere la povera gente, proprietaria di qualche immobile realizzato con onesto lavoro e sudore, generando ansie e paure con un atteggiamento falso, arrogante e ipocrita, tutti quelli che comandano e progettano le idiozie burocratiche di questi tempi, insieme a quelli che si arrovellano in molti gangli statali, sarebbe molto meglio se utilizzassero il loro tempo in modo utile e proficuo, per essere di qualche utilità alla società, per aggiustare gli archivi e le innumerevoli pratiche sgangherate dei vari uffici pubblici, pieni di errori e di orrori, generati nella maggior parte dalle inadempienze dei lavoratori disonesti e spregiudicati assunti senza etica e morale.
Non è una mia invenzione il fatto che ormai e da una vita che ogni volta che un tecnico presenta una pratica, questa viene, bloccata, bocciata rispedita al mittente così tante volte, che ormai abbiamo perso il conto, mentre le pratiche spariscono o si deformano, invece di effettuare, se è il caso, direttamente la correzione, concordandola ed assolvere al compito di dovere, che è solo quello di censire e ordinare il patrimonio cartaceo e immobiliare in un archivio serio, invece di tramutarlo in un luogo da azzeccacarbugli, di interessi, conflitti e abusi.
Se si vuole giocare allo sfasciacarrozze, o a fare gli ignoranti, ricordo che ci sono cause ed effetti. Personalmente non mi ritengo responsabile di alcunchè, anche e perchè, quelli come me non sono presi in alcuna considerazione e quindi non esistono per la maggior parte delle istituzioni.
Reputo un guazzabuglio di inconcludenze anche tutta la normativa sulle costruzioni, che a diverso titolo interferisce estremamente negativamente su tutte le materie scientifiche che riguardano l'argomento.
Prima di riderci sopra su questa affermazione, invito a riflettere attentamente, perchè tanti accadimenti riguardanti i terremoti, le mappe di rischio e le metodiche costruttive, ci appalesano l'inadeguatezza del nostro modo di operare, che di fatto produce solo disastri "annunciati".
Tutto questo mi porta ad una semplice conclusione: I fabbricati cadono per la normativa in vigore e mi permetto di aggiungere anche, perchè su innumerevoli volumi dedicati alla scienza delle costruzioni le formule di calcolo concrete e gli esempi chiarificatori sono inesistenti o racchiusi nel più fitto alone del mistero architettonico, che dimostra l'egoismo di queste classi dirigenti, che desiderano tenere nell'impreparazione gli studenti e insegnare il meno possibile nelle scuole, adottando programmi e metodiche mediocri e insufficienti.
Ricordiamo anche che gli eurocodici, "per quello che valgono" non sono completamente presenti nemmeno nel sito della comunità europea e personalmente, anni fa, per reperirli ho dovuto girare in internet per giorni, trovandoli solo nei siti più disparati.
Se a tutto questo aggiungiamo l'aumento esponenziale degli enti preposti (che non servono a niente) al rilascio delle varie autorizzazioni necessarie per l'approvazione di un progetto, dei costi sostenuti e degli oneri come assicurazioni varie ecc. (che generano solo altre forme di inibizione, alterazione e speculazioni varie), oltre che a quante iscrizioni bisogna fare per poter presentare una pratica, possiamo tranquillamente dire che stiamo progettando l'immobilismo e cioè niente.
Penso che qualcuno sta diventando scemo veramente, ma è ancora più scemo se pensa che siano scemi anche le persone come me.
Se siamo al punto che le regole elementari del costruire si sono perse per strada, mentre la progettazione burocratica prevede, ormai sempre più mezze figure professionali, in continuo conflitto di competenza, tale che gli ingegneri confliggono con i mezzi ingegneri, con quelli con differente titolo di specializzazione e con gli architetti, mentre i geometri non vengono neppure considerati abilitati a progettare una scala o una rulla, dico che non è mio compito insegnare la scienza delle costruzioni, perchè nessuno mi ha mai considerato in questo campo, anche se qualcosa da dire c'è lo avrei pure.
Però, devo dire che mi fanno pena tutti quei professionisti con titolo più alto, che hanno paura di perdere il lavoro se un semplice geometra progetta un modesto fabbricato in cemento armato o in acciaio, per esempio di due o tre piani, in una realtà in cui ormai esistono gratacieli di centinaia di piani e di complessi edifici.
Penso che l'esperienza non è aria fritta, come pure lo studio reale, che ognuno può compiere soprattutto oggi con le innumerevoli risorse della rete globale e che i percorsi di vita personale valgono in contenuti e sostanza a differenza dei soli titoli di carta, che rimangono solo tali, con tutto il rispetto per gli studi seri e veri, che non sono in alcun conflitto con la sperimentazione o l'oggettiva preparazione e capacità di ognuno.
Si ricorda che è compito dei legislatori di decidere quali siano le competenze e a chi competono e non degli ordini professionali.
La questione è che i legislatori fino ad ora non hanno mai, di fatto voluto sottrarre la competenza sulle piccole costruzioni ai geometri, anche e perché come tutti sanno, li dove è richiesta questa competenza nel rilievo dei luoghi, nella progettazione, nella computazione, nella picchettazione e nella realizzazione delle strade e di altri lavori importanti, la presenza di questa figura professionale è sempre un valore aggiunto che migliora ogni opera.
Tutti sanno che la capacità di adattamento del geometra alle esigenze delle famiglie e delle realtà modeste in termini di qualità e costi è insuperabile e in molti casi indispensabile per colmare i vuoti istituzionali.
Nel mio modesto percorso lavorativo e nelle svariate riunioni professionali e di categoria, risalenti a più di 20 anni fa, in diversi momenti ho suggerito, proposto ed ho rilevato chiaramente la necessità di standardizzare programmi di rilievo catastale, di progettazione architettonica e di calcolo strutturale con computi dei costi e procedimenti della sicurezza, consigliando di dare ai professionisti strumenti seri ed obiettivi per esprimere compiutamente e positivamente il loro operato nella società.
Mi chiedo perchè ancora non vengono utilizzati tutti i professori universitari, i ricercatori, i professionisti di maturata esperienza e tutti quelli che sanno fare bene le cose, per costruire queste procedure di qualità o queste piattaforme di lavoro intelligenti, per darle gratuitamente ai soggetti interessati e permettergli di usare bene il loro tempo, invece di occultare tutto e di lasciare la questione nelle mani di un mercato caotico, spregiudicato, alle speculazioni economiche e al caso degli eventi ?
O peggio ancora, lasciare il tutto, a corsi di formazione che oggi si vendono anche nei botteghini e che considerano i professionisti degli immaturi che necessitano di continui esami per tutta la vita, mentre da altre parti la classe dirigente è politica sguazza tranquillamente senza alcun aggiornamento e alcun miglioramento, tanto che la scienza e i professionisti sono andati avanti, ma il sitema politico e istituzionale è rimasto nella preistoria.
Prima di proporre alcune ipotesi di sviluppo, voglio dire qualcosa su argomenti che ho incontrato nel corso della mia esperienza e che mi hanno portato a fare le seguenti considerazioni e trarre le seguenti conclusioni.
Penso che è estremamente riduttivo inscatolare la figura del progettista e isolarla in uno schema che ha la figura del geologo, del geometra, dell'architetto, dell'ingegnere, dell'agronomo, ecc..
A mio avviso, una persona, quando sceglie di svolgere il lavoro del progettista assume in se tutte le figure anzi dette, cioè diventa geologo, geometra, architetto, ingegnere, agronomo ecc., perchè ha assoluta necessità di comprendere tutte le fasi della progettazione, delle loro connessioni e degli sviluppi.
Una visione dei corsi di studio come quella attuale, in cui queste figure sono separate, sta determinando parecchie deformazioni e svariati danni, perchè si sta volutamente producendo tutta una serie di professionisti incompleti.
La mia Proposta è questa:
i progettisti del futuro saranno contemporaneamente:
1) - geometra
2) - geologo
3) - architetto
4) - ingegnere
5) - agronomo
Come minimo, queste cinque specializzazioni conviene raccoglierle in un'unica formazione universitaria, definita appunto progettista.
Nel frattempo del passaggio a questa nuova figura professionale, consiglio di dare ai geometri la facoltà e l'abilitazione a progettare fabbricati di qualsiasi natura, siano essi in legno, muratura, cemento armato, acciaio, ecc. almeno fino a 5 piani fuori terra, portando contemporaneamente a 5 anni lo studio della matematica negli istituti per geometri, con specializzazione in insiemistica, limiti, derivate, integrali, statistica ecc.. ( vedasi l'esperienza dell'ing. Corrado Brogi, compilatore della nota e pregevole enciclopedia italiana della matematica, che essendosi diplomato da geometra e volendo frequentare la facoltà di ingegneria, per le carenze in matematica, dovette conseguire anche il diploma liceale ).
Ricordo che quest'enciclopedia, scritta a mano su fogli bianchi, è liberamente scaricabile in rete anche nel mio sito.
http://www.area-75.com/area75/studiando/studiando0.html
Notare Bene:
Voglio e devo ricordare che la capacità di progettare, attualmente, sia che si esca da un istituto per geometri o da una facoltà universitaria di architettura o di ingegneria, di fatto, si acquisisce solo in campo e cioè con la sperimentazione diretta sul cantiere e dalla necessita di dare una risposta concreta alle richieste della committenza.
Solo questi fatti concreti determinano di fatto il saper fare dei professionisti e le loro capacità e chiunque dispone dell'uso della ragione può comprenderlo da sé senza alcuna spiegazione.
Da qui la necessità di una seria struttura pubblica che deve tenere il conto sull'attività dei professionisti, sui loro lavori svolti, sulle loro pubblicazioni e sulle loro effettive capacità e qualità.
A conferma di ciò che sto esponendo, ricordo, inoltre, che anche dopo aver fatto tre anni di tirocinio, dopo il diploma di geometra e dopo aver sostenuto l'esame per l'esercizio della libera professione, ancora non comprendevo compiutamente come operare e come progettare.
Queste attitudini e queste capacità, nel mio caso, sono arrivate, purtroppo, non dallo studio scolastico o dal tirocinio, ma dal contatto con la natura dei luoghi e dei progetti da realizzare e con la sperimentazione diretta sui problemi da risolvere.
Fare un allineamento o uno squadro con semplici paline e rotella metrica o un'apertura a terra sono apparse alla mia coscienza solo nel momento in cui ho ricevuto l'incarico di svolgere tali lavori.
Non sapevo cos'era l'apertura a terra e me la sono inventata per riuscire a ubicare per la prima volta un fabbricato in mappa.
Solo dopo aver fatto il primo rilievo con tacheometro e stadia <<istruito dal terreno e dalla situazione dei luoghi, che mi hanno parlato e insegnato>>, mi sono chiesto se la procedura fatta era corretta, trovando il riscontro delle operazioni esatte in opuscoli difficilmente reperibili e a quel tempo a disposizione dei soli funzionari del catasto.
Devo, inoltre, ricordare che personalmente ho verificato l'incapacità di ingegneri datati di riuscire a ubicare in mappa un fabbricato e l'incapacità di inventare e risolvere (come ho fatto personalmente) l'apertura a terra ed il suo significato, spiegando senza alcun egoismo professionale la metodica e l'applicazione pratica.
Il mio modesto consiglio è quello di meditare con attenzione prima di limitare le capacità di un individuo legandole a semplici diplomi sia superiori e sia di laurea, perchè lo Spirito di Dio soffia dove vuole è non ha bisogno di titoli di studio, per cui conviene si fare riferimento ai titoli istituzionali, ma di ricordarsi che esistono canali educativi, che ancora la nostra società non ha compreso.
Questi canali di conoscenza non sono da meno degli altri, per cui rimane necessario e utile verificare nei fatti le capacità effettive di ognuno e se il caso lo richiede riconoscerne il valore.
La nostra società vive ancora nell'ignoranza e nell'incomprensione anche dopo l'umanesimo e dopo il rinascimento ed è in una sorta di illusione, secondo cui solo ciò che è riconosciuto dai titoli di studio convenzionali ha valore, non tenendo in alcuna considerazione i tempi in cui viviamo, l'evoluzione e l'effettiva esperienza, capacità e saggezza che ogni individuo può realizzare e sviluppare durante l'esistenza, che sono personali e non sono omologabili o confrontabili con semplici modelli classici.
Oggi conviene superare e risolvere queste condizioni obsolete e penso che convenga farlo senza più attendere.
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Il mio modesto consiglio a chi ha incarichi legislativi e quello di essere più attenti, perché se non si conosce il mestiere del geometra e ne tantomeno si ha idea di quali capacità bisogna sviluppare per esercitare bene la professione, che come ripeto in continuazione non è secondaria a quella degli ingegneri, degli architetti o di qualsiasi altra categoria si rischia di dire o di fare sciocchezze.
Ritengo un'ignoranza legislativa molto grande quella di dichiarare nei testi normativi sulle professioni che i geometri non sanno fare calcoli complessi, prendendo ciò come supporto per dire che non hanno competenze sulle opere di costruzione.
Se la lezione sulla disgrazia di Galileo con l'inquisizione non ha insegnato niente allora significa che il cervello delle persone di quest'epoca si sta deteriorando.
Secondo la mia modesta opinione, prima di esprimersi in materia e bene capire che cos’è il geometra.
Mi permetto di ripetere che mentre i fisici osservano i fenomeni e li descrivono, i matematici li misurano e gli ingegneri li trasformano in tecnologia.
Il geometra è un matematico ed ha un compito ben preciso: MISURARE.
Il geometra, deve, in modo particolare, attraverso la matematica………..
(Mi istruisca lo Spirito Santo di Dio e mi aiuti a imparare la matematica e a capire il numero, l’esatta semantica della realtà nella proporzione) ………
Controllare attraverso i calcoli se ciò che i fisici hanno scoperto e descritto è corretto e allo stesso modo devono fare con gli ingegneri, verificando se la tecnologia progettata funziona correttamente e segue le leggi della natura.
Tutto ciò non toglie a chi studia con serietà ed onestà contemporaneamente di essere anche geometra, fisico e ingegnere, quando la propria attitudine si sviluppa armoniosamente nella logica Christica portandolo a padroneggiare con saggezza le materie scelte.
Quindi, mentre ancora esistono ruoli dove purtroppo si abusa della posizione assegnata e detenuta con idiozie interpretative, che ben poco hanno a che fare con la sostanza delle cose, il mio modesto consiglio e solo quello di rinsavire, per cercare di migliorare, invece di dire sciocchezze e fare il mene frego.
Quando si dice che il geometra non è in grado di progettare, potrei dire tranquillamente che non è vero e che forse sarebbe ora di riflettere meglio, soprattutto su cose che non si conoscono.
Si potrebbe dire che un fisico senza saper fare il geometra non è in grado di verificare le sue ipotesi e un ingegnere allo stesso modo se non è in grado di fare il geometra non può controllare i suoi progetti, mentre il geometra se non <<apre>> predispone il proprio cervello alla comprensione delle cose non può fare il fisico o l’ingegnere.
Ma come potete ben comprendere è un limite personale, poiché la crescita di un individuo, fisicamente, mentalmente e professionalmente dipende dall’individuo stesso, "oltre che dal contesto in cui vive".
Tutti sono in grado di comprendere che senza l’esercitazione pratica un semplice titolo e una professione non può garantire alcuna capacità, che è strettamente legata all’esercizio che ognuno dedica nella realtà a migliorarsi nel campo in cui studia e lavora.
Abbiamo così che esistono tantissime persone che pur avendo diplomi o lauree, se non applicano i propri studi nella realtà non realizzano alcuna capacità.
Ognuno può capire che una laurea in medicina non basta ad operare in una sala operatoria, e allo stesso modo un ingegnere che non ha mai fatto un progetto in pratica non può dire di saper progettare e che dire di un geometra che non ha fatto alcun rilievo in vita sua, come può dire di saper misurare ?
Mentre è chiaro a tutti che anche un semplice infermiere che è stato in sala operatoria per anni, qualche intervento è sicuramente in grado di farlo quand’anche avesse solo guardato o assistito, cosa che sarebbe assai improbabile mentre per chi non è mai entrato in una sala operatoria, pur avendo preso 10 laure in medicina.
Mi permetto di dire questo anche perché nella realtà le capacità sono di chi le realizza e le merita e con questo non escludo che esistono persone eccezionali con o senza titoli che possono fare qualsiasi professione anche solo studiando o per capacità naturali, ma in questi casi è evidente che ci troviamo in presenza di persone, che sono vere forze della natura.
Ricordo che anche in campo matematico molti furono i contributi di persone senza alcun titolo o laurea :
Da quello che ci è stato tramandato voglio ricordarne qualcuno qui di seguito, mentre è chiaro che anche ai nostri giorni esistono, come ho detto vere forze della natura che non hanno bisogno di titoli di studio per capire o usare la scienza matematica.
Leonardo Fibonacci non aveva alcun titolo o laurea.
Nel celebre proemio del Liber abaci, Fibonacci narra che, quando era ancora fanciullo, il padre, funzionario della dogana pisana di Bugia (l’attuale Bejaïa, in Algeria), l’aveva chiamato presso di sé per fargli studiare il «calcolo indiano» (ovvero il sistema di numerazione posizionale con cifre indo-arabiche) e gli algoritmi di calcolo delle operazioni elementari, poiché era convinto che queste conoscenze avrebbero potuto rivelarsi utili al figlio nel corso della vita.
Dopo aver appreso i rudimenti di questa aritmetica, Fibonacci ne rimase talmente affascinato da approfondire gli studi durante i suoi viaggi di lavoro in Egitto, Siria, Grecia, Sicilia e Provenza, luoghi in cui il Comune di Pisa disponeva di proprie sedi commerciali e nei quali fioriva una matematica in parte sconosciuta nell’Occidente latino.
Le conoscenze progressivamente accumulate da Fibonacci confluirono nel Liber abaci, che gli diede grande fama.
Nepero non aveva alcun titolo o laurea
Lo scozzese John Napier (1550-1617), meglio noto con il nome italianizzato di Nepero, ebbe
il merito di perfezionare tale idea rendendola praticamente utilizzabile.
Nepero non era un matematico di professione, bensì un ricco proprietario terriero di nobile
famiglia con vasti interessi che andavano dall'astrologia all'alchimia, dalla teologia alla
matematica. Egli osservò che, per poter trovare in una tabella i numeri che si devono
moltiplicare, o perlomeno dei numeri molto vicino ad essi, occorre che i termini della
progressione geometrica siano molto vicini tra loro, e ciò si può ottenere utilizzando come
ragione della progressione un numero molto vicino a 1.
Sophie Germain non aveva alcun titolo o laurea.
Di fatto Gauss aveva già scritto precedentemente al suo amico H.W. Olbers
il 7 Dicembre 1804 dicendo (Schilling 1990, pp.237) :
"Ho ricevuto con piacere una lettera da un giovane geometra di Parigi, Le Blanc, che ha studiato l’algebra superiore con grande entusiasmo e mi ha fornito prova di esser penetrato nei meandri più profondi delle mie Disquisitiones Arithmeticae.
"Gauss ne rimase sorpreso e ammirato e non tardò a scriverle che (Viola 2015, pp.58):
“Una donna, a causa del suo sesso e dei nostri pregiudizi, incontra molti più ostacoli di un uomo nel familiarizzarsi con problemi complessi. Tuttavia, quando supera queste barriere e penetra nelle profondità più recondite, rivela di possedere il coraggio più nobile, un talento straordinario e un genio superiore.
Sulla facciata della casa dove Sophie è morta, al numero 13 di rue de Savie, è stata posta una targa commemorativa. Sebbene Sophie Germain non abbia mai ricevuto alcun riconoscimento accademico, produsse certamente lavori degni e il suo avvicinamento al teorema fu uno dei passi più importanti fatti da un matematico dopo Eulero.
" Tutto considerato ella fu forse la donna intellettualmente più dotata che la Francia abbia mai prodotto. E tuttavia, per quanto possa sembrare strano, quando l’ufficiale di stato civile stilò il certificato di morte di questa illustre collega e collaboratrice dei più illustri membri dell’Accademia Francese delle Scienze, la qualificò come una donna che usufruiva di una rendita annuale e non come una matematica. E questo non è tutto. Quando fu eretta la Tour Eiffel, nella quale gli ingegneri furono costretti a dedicare particolare attenzione all’elasticità dei materiali impiegati, furono scritti in questa altissima struttura i nomi di settantadue scienziati. Ma nell’elenco non si trova il nome di Sophie Germain, quella figlia geniale, le cui ricerche contribuirono così tanto all’elaborazione della teoria dell’elasticità dei metalli. Venne esclusa dall’elenco per la stessa ragione per cui la Agnesi non fu eletta membro dell’Accademia di Francia, ossia in quanto donna? Sembrerebbe di sì. Se questa fu davvero la ragione, la vergogna è ancora maggiore per coloro che si resero responsabili di tale ingratitudine verso
una donna che ha meritato così bene nella scienza e che con i suoi risultati si è guadagnata un posto invidiabile nella galleria
delle celebrità." H.J Mozans, 1913.
Pierre de Fermat – non aveva alcuna laurea in matematica - chiamato "il principe dei dilettanti", poiché, pur dedicandosi alla matematica solo nel tempo libero, la sua influenza sulla storia della disciplina fu notevolissima.
George Boole non aveva alcuna laurea in matematica.
A causa della povertà della sua famiglia, fu autodidatta; studiò greco, latino, francese, tedesco, italiano e, fin da giovane, matematica sui testi. fondò la teoria delle algebre di Boole (o, semplicemente, "algebra booleana"). Senza il beneficio di una scuola d'élite, ma con una famiglia unita e l'accesso a libri eccellenti, in particolare quelli prestati da Bromhead, George mostrò presto le sue doti. Mantenne il suo interesse per le lingue, iniziò a studiare seriamente la matematica, principalmente le equazioni differenziali e il calcolo delle variazioni legate ai lavori di Lacroix, Laplace e Lagrange, perfezionando scrupolosamente le sue abilità con letture ripetute, finché non comprese il loro uso del calcolo differenziale e integrale. Lesse e con profitto anche i Principia di Newton.
Non molto tempo dopo aver iniziato a pubblicare articoli, Boole era ansioso di trovare un modo per ottenere un titolo in un’istituzione prestigiosa. Valutò l’ipotesi di frequentare l'Università di Cambridge per ottenere una laurea, ma gli fu consigliato che soddisfare i vari requisiti richiesti avrebbe probabilmente interferito seriamente con il suo programma di ricerca, per non parlare dei problemi di ottenere finanziamenti.
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La mancanza a fine corso di un periodo di studio con applicazione pratica, che oggi viene fatta al di fuori dei corsi di studio, sta determinando: incompletezza, discriminazione e burocrazia.
In termini semplici significa che non si sta dando la preparazione dovuta, costringendo i nuovi progettisti a sottomettersi a qualcuno e praticamente ritardando l'ingresso nel mondo attivo e lavorativo.
Devo aggiungere che non è mia intenzione criticare in modo indiscriminato i colletti bianchi delle nostre amministrazioni pubbliche, ma è palesemente evidente, che non sono in grado di competere con la capacità e la creatività dei liberi professionisti.
Negli attuali luoghi di controllo, queste risorse umane impreparate e inadeguate stanno bloccando il sistema sociale, produttivo ed economico.
Vedo una notevole analogia tra l'atteggiamento di questi colletti bianchi e gli androidi, perchè non fanno altro che dire: questo è il regolamento.
Inoltre, molti degli impiegati dell'apparato burocratico non hanno capacità di interpretazione e la loro posizione nella maggioranza dei casi è negativa, al punto tale, che innesca facilmente il meccanismo di corruzione e concussione.
Se dovessi esprimere la mia opinione, farei una proposta di legge del seguente tenore:
Articolo n. 1 - Diventano impiegati preposti nei luoghi di controllo e sostegno, coloro che hanno svolto 25 anni di attività reale. (attività che oggi vengono definite libere professioni, o indipendenti, oppure che hanno nella loro dinamica la caratteristica della progettazione, dell'esecuzione e della verifica, in sostanza che contemplano sia la teoria che pratica e che costituiscono una realtà seria in termini di impegno fisico, mentale e psichico).
Penso ad un sistema in cui (per esempio) da 25 fino a 50 anni si potrebbe operare nella progettazione e nell'esecuzione, lasciando agli ultracinquantenni il compito del controllo, ma soprattutto, dell'assistenza, dell'aiuto e del sostegno di quelli meno preparati.
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Ciò non toglie che anche gli ultra cinquantenni non debbano svolgere attività di progettazione ed esecuzione, anzi sicuramente sarebbero più preparati degli altri, ma la stessa cosa non si può dire dei venticinquenni, che sarebbero molto più impreparati nei controlli, avendo meno esperienza.
La cosa più pragmatica sarebbe l'accomunanza di queste risorse, in cui da un lato la progettazione e l'esecuzione e dall'altra il controllo e la verifica, ma fatta da persone serie, oneste e preparate, non come avviene attualmente, dove, nella maggior parte dei controlli, ci sono solo persone a cui stata inculcata una forte cultura deficitaria.
Forse che una persona con una mentalità chiusa o peggio auoritaria può produrre qualcosa di più utile per una cultura, diciamo più umana ?
Con tutto il rispetto anche per gli androidi, ma è chiaro che un androide lavora per una società con fini androidi.
Scusate le mie provocazioni, ma vi dico che è ora di passare ad una fase successiva.
Mi meraviglia, non poco, il fatto, che sono pochissimi, quelli, che fanno questo tipo di osservazioni e che cercano veramente (non a chiacchiere) di migliorare i nostri ambienti.
La mia impressione e che tantissimi sono imbambolati nell'atteggiamento di chi sta a pettinarsi, mentre la casa va a fuoco.
Rimane il fatto, che in un contesto, come quello che stiamo vivendo, la maggior parte dei parlamentari si stanno comportando da immaturi manipolati e bisogna chiedersi se prima di essere candidati e votati hanno svolto una <<qualsiasi>> attività costruttiva in termini di impegno fisico, mentale e psichico, perchè stanno evidenziando un preoccupante atteggiamento da <<bambinismo>> immaturo.
Ulteriore cosa preoccupante è che, di tutto ciò, una parte consistente della società sembra non accorgersi; è molto inconsapevole ed è totalmente indolente e questo, purtroppo, conferma ancora di più la mia ipotesi di trauma da androidismo, che non si vuole superare.
Voglio aggiungere che, a mio avviso il trauma da androidismo, che la società umana può benissimo superare, perchè è stata miracolata, ma che ancora non oltrepassa per pigrizia e per ipocrisia, si manifesta anche in tanti altri ambiti sociali.
Tra le situazioni più visibili, spicca;
l'ipocrisia con cui molte realtà popolari, familiari ed istituzionali <<accoppiano>> le varie componenti delle popolazioni, nei matrimoni, nelle società e nelle istituzioni, senza tener conto della dignità, dei diritti, delle libertà, dei sentimenti e delle caratteristiche naturali di ognuno, che vengono costantemente calpestati da stupide posizioni inutili e che alla fine producono solo distorsioni e danni.
in conclusione voglio aggiungere, che se qualcuno pensa che le mie osservazioni e le mie proposte siano utopistiche o altro, invito chiunque a fare le proprie proposte.
Ricordo che nel 1988 quando il presidente del Collegio dei Geometri di Cosenza, Giuseppe Caterini, mi consigliò di presentare al catasto di Cosenza il mio programma sul calcolo dei rilievi topografici e delle poligonali, si dava più credito alle capacità degli individui, mi fece accompagnare dal professor Guzzardi, titolare della cattedra di matematica all'Università di Cosenza,
Il Programma, che allora girava sul computer commodore e sui primi computer 286 fu regolarmente verificato dal Geometra Leo alla presenza dell'ing. Artuso, attraverso l'immisione dei dati di una poligonale fatta a mano da un collega e depositata in ufficio.
Quindi, come si può comprendere, pur senza incentivi, anche alle semplici iniziative dei geometri, almeno per un certo periodo era stata data la dignità dovuta, che si è persa poi nel tempo e qui bisognerebbe porsi delle domande e fare delle articolate riflessioni.
Ricordo molto bene quello che disse il Professor Guzzardi, che allora era anche nostro collega, essendo prima, Geometra e poi cattedratico all'Università degli studi della Calabria.
il Professor Guzzardi mi disse: ho visto un programma per il calcolo del cemento armato fatto da un geometra e, a mio avviso è fatto altrettanto bene ........ di quelli fatti dagli ingegneri.
Non so cosa potrei aggiungere se non che la vita delle persone serie non è aria fritta, ma come chiunque sa bene, è fatta di studio, progettazione, aggiornamento continuo che si compie ogni giorno al lavoro, in prima linea nel risolvere i problemi di ogni genere.
La mancanza di rispetto della classe politica verso le professioni, penso che è ormai inqualificabile, visto che molte realtà professionali sono costrette a chiudere per la precarietà economica, per la burocrazia e perchè sono oberate dalle imposizioni fiscali.
Penso che è ora di eliminare la probabilità che le popolazioni possano essere intrappolate come topi in caso di terremoti o che possano affogare in semplici precipitazioni atmosferiche.
Penso che è ora di rinnovare tutto il tessuto edilizio con un investimento pubblico deciso, invece di continuare a sprecare tempo ad accatastare pollai e rulle, per soddisfare la mentalità ignorante di chi pensa solo a mettere tasse sui fabbricati.
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Stamati Domenico Basile
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